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. 2015:86:518-23.

Laparoscopic management of pancreatic cancer. Our experience

  • PMID: 26898785

Laparoscopic management of pancreatic cancer. Our experience

Paolo Ialongo et al. Ann Ital Chir. 2015.

Abstract

Aim: Minimally invasive techniques have a definite role in the surgical treatment of several gastrointestinal tract cancers but there is still no widespread use of the laparoscopic approach for cancers of the head of the pancreas. The aim of this retrospective study is to review our experience from 2003 to 2013 in the management of pancreatic cancer with particular emphasis on the clinical application of minimally invasive techniques.

Methods: One hundred fifty-eight pancreatic cancer patients (median age 69,7±12,6 years) with obstructive jaundice were enrolled in our study. One hundred eighteen (74,7%) had an endoscopic biliary stent, 68 patients (43,03%) were eligible for surgery. Only 22 of the patients eligible for surgical intervention underwent pancreaticoduodenectomy (PD): 14 had open PD and 8 had laparoscopic PD (LPD). Thirteen of the PD patients had a pylorus-preserving procedure (8 open and 5 laparoscopic procedures) whereas in 9 the pylorus was not preserved (6 open and 3 laparoscopic procedures). The other 46 patients had un-resectable tumors and 34 of them underwent palliative surgery consisting of gastrojejunal and hepatojejunal anastomosis (18 open and 6 laparoscopic procedures), and gastrojejunal anastomosis in 10 patients (4 open and 6 laparoscopic procedures). Ten patients had only explorative laparoscopy and 2 only explorative laparotomy.

Results: The resectability rate was 13,9%. The median age in patients treated with an endoscopic biliary stent was significantly higher than in those who underwent surgery (73,2±13,3 years vs 64,4±9,6 years; p < 0,05). Operative time in LPD patients was significantly longer than in PD patients (521±68 minutes vs 381±88 minutes; p<0.05). The hospital stay of patients who underwent PD was significantly longer than that of those who underwent palliative surgery (27±4 days vs 10±5 days; p < 0.05). in PD patients the morbidity rate was 22,72 % and the mortality rate 4.5%.

Conclusions: In recent years laparoscopic surgery has become very important in oncologic surgery because it is minimally invasive and reduces postoperative complications and because there is sufficient evidence based data showing that results in terms of complications and survival are as good as the results of conventional surgery. However the learning curve for laparoscopic cancer surgery of the head of the pancreas is steep and our results indicate that in LPD operative time is significantly longer than in PD, and moreover the laparoscopic approach is not associated with a shorter hospital stay. Therefore LPD should be performed only in well-established laparoscopic and oncological centers with a multidisciplinary team.

Key words: Laparoscopy, Pancreatic cancer, Pancreaticoduodenectomy.

Obiettivo: La laparoscopia riveste oggi un ruolo ormai ben definito nel trattamento di neoplasie dell’apparato gastroenterico; tuttavia il suo impiego in neoplasie della testa del pancreas è ancora limitato. Obiettivo di questo lavoro retrospettivo è analizzare la nostra esperienza nel trattamento chirurgico del carcinoma pancreatico con riferimento all’esperienza relativa agli ultimi 10 anni e alla luce dell’utilizzo ormai routinario della laparoscopia a fini diagnostici e terapeutici.

Metodi: Nel periodo compreso tra gennaio 2003 e dicembre 2013 sono stati ricoverati in regime d’urgenza 158 pazienti affetti da ittero ostruttivo da neoplasia pancreatica; 88 erano di sesso maschile e 70 di sesso femminile. L’età media era di 69,7±12,6 anni (range 36-89 anni). In 118 pazienti (74.7%) è stata posizionata una protesi biliare per via endoscopica e in 90 di essi (57%), date le compromesse condizioni cliniche o la stadio di malattia avanzato, questo è stato l’unico tipo di trattamento effettuato. Dei 68 pazienti sottoposti a procedura chirurgica, solo in 22 (32,4%) è stato possibile effettuare una duodenocefalopancreasectomia (DCP), in 8 casi per via laparoscopica (LDCP). Per quanto concerne i pazienti sottoposti a DCP, in 13 casi è stato preservato il piloro (in 5 di essi l’intervento è stato effettuato in laparoscopia) e in 9 invece è stata effettuata anche una resezione del piloro ( in 3 casi in laparoscopia). In 24 pazienti è stata effettuata una doppia derivazione (gastrica ed epatico-digiunale; in 6 casi in laparoscopia) ed in 10, già sottoposti a posizionamento endoscopico di protesi nella via biliare, è stata confezionata una anastomosi gastro-digiunale (6 per via laparoscopica). In 10 casi è stata eseguita soltanto una laparoscopia diagnostica ed in 2, infine, una laparotomia esplorativa.

Risultati: Il tasso di resecabilità è risultato del 13,9%. L’età media dei pazienti sottoposti a procedura endoscopica è risultata significativamente maggiore rispetto a quelli sottoposti a trattamento chirurgico (età media 73,2±13,3 anni vs 64,4±9,6; p<0,05). La degenza ospedaliera media è risultata di 27±4 giorni nei pazienti sottoposti a DCP e dunque significativamente maggiore rispetto a quelli che hanno beneficiato di altra procedura chirurgica (27±4 giorni vs 10±5; p<0,05). La durata dell’intervento chirurgico, nei pazienti sottoposti a DCP, è risultata significativamente maggiore in quelli operati per via laparoscopica (521±68 minuti vs 381±88; p< 0,05). La morbilità e mortalità nei pazienti che hanno beneficiato di DCP è risultata rispettivamente del 22,7% e del 4,5%.

Conclusioni: La laparoscopia riveste oggi un ruolo importante per il trattamento chirurgico di neoplasie pancreatiche avendo dimostrato, con sufficiente evidenza clinica, risultati comparabili a quelli della chirurgia tradizionale in termini di complicanze e di sopravvivenza. Tuttavia il suo impiego, in neoplasie della testa del pancreas, è ancora limitato poiché la curva di apprendimento è complessa, i tempi chirurgici sono notevolmente superiori e la degenza ospedaliera invariata contrariamente a quanto accade per altre patologie. Il suo impiego pertanto, a nostro avviso, andrebbe limitato a centri di riferimento per la chirurgia laparoscopica.

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