Retroperitoneal and iliopsoas abscess as Crohn's disease onset mimicking a common lumbosciatic pain
- PMID: 35748160
Retroperitoneal and iliopsoas abscess as Crohn's disease onset mimicking a common lumbosciatic pain
Abstract
Crohn's Disease (CD) refers to a chronic transmural bowel inflammation affecting a range between 5 and 15 per 100,000 person-years worldwide 1. In patients with stricturing CD, the transmural pattern of inflammation may trigger the development of sinus tracts able to connect to other tissues, leading to the formation of fistulas or abscesses 2. Intra-psoas abscesses are rare, affecting between 0.4-4.3% of patients with CD 3. We present the case of a 36-year-old male with no past medical history except for a two-week worsening lumbosciatalgia not responding to standard nonsteroidal anti-inflammatory drugs, who complained sudden abdominal pain, with right lower abdominal stiffness combined to a severe edema and erythema of the right lower limb, extended from the gluteus down to the knee, involving the anteromedial and posteromedial areas of his thigh. Patient was septic and CT scans revealed a large complex air-fluid collection within the right iliac region, involving terminal ileum, right retroperitoneum and right lateral abdominal wall towards the inner edge of his thigh. Diagnosis of CD was made on histopathology and the patient gained full recovery thanks to a prompt surgical intervention followed by high-dose antibiotic infusion and vacuum-assisted wound closure. Intra-psoas abscesses, albeit rare, are a known manifestation of CD and frequently lead to misdiagnosis because of their rarity and their unusual location easily mimicking other diseases. Therefore, clinician's awareness must be heightened for complicated CD in the setting of intra-psoas abscesses in order to avoid delayed treatment. KEY WORDS: Crohn disease, Psoas abscess, Sciatica, Late onset disorders, Negative pressure Wound therapy.
Il Morbo di Crohn consiste in un’infiammazione cronica intestinale ad eziologia multifattoriale in grado di colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale con un’ampia variabilità clinica. In pazienti con forme stenosanti della patologia, il caratteristico pattern transmurale dell’infiammazione può indurre la formazione di tragitti fistolosi o di ascessi con il conseguente interessamento delle strutture limitrofe. La concomitante presenza di ascessi retroperitoneali e del muscolo ileopsoas rappresenta una complicanza rara, caratterizzata da un ampio ventaglio di diagnosi differenziali e spesso mascherata da sintomi aspecifici correlabili a disturbi differenti. Ancor più rara è la presentazione di un simile quadro, severamente esteso all’arto inferiore omolaterale, quale esordio di Morbo di Crohn. Nella nostra esperienza riportiamo il caso di un paziente di sesso maschile di 36 anni affetto da persistente dolore lombare destro irradiato all’arto inferiore e associato ad evidenza RMN di presunto ematoma del muscolo ileopsoas destro, interpretato dallo specialista ortopedico quale lombosciatalgia non rivelatasi in seguito responsiva alla terapia antinfiammatoria prescritta. Il paziente giungeva alla nostra osservazione in grave stato settico, quale trasferimento urgente da pronto soccorso di altro presidio. L’intervento chirurgico urgente ha messo in evidenza in fossa iliaca destra un conglomerato di anse intestinali, tenacemente adese alla doccia parieto-colica destra con presenza di tramite fistoloso tra l’ultima ansa ileale, il ceco ed il muscolo ileopsoas omolaterale dal cui spessore fuoriusciva un’abbondante quantità di materiale purulento; una consensuale inguinotomia longitudinale destra ha permesso l’evacuazione di una vasta raccolta purulenta tra i muscoli sartorio e adduttore dell’arto inferiore destro. Il posizionamento di drenaggi intraoperatori e successivamente di drenaggio percutaneo TC-guidato, insieme ad alti dosaggi di terapia antibiotica infusiva e a presidi medicali a pressione topica negativa hanno permesso una completa restitutio ad integrum con ripresa da parte del paziente, grazie ad un piano riabilitativo individualizzato, della piena autonomia motoria. L’analisi istopatologica ha permesso la diagnosi di Morbo di Crohn ileocolico ed il successivo invio del paziente allo specialista gastroenterologo per l’inquadramento e l’eventuale trattamento medico della patologia. Il trattamento delle complicanze maggiori del Morbo di Crohn resta una sfida, specialmente se coincidente con il suo esordio clinico. È fondamentale sottolineare come l’attuale letteratura scientifica manchi di studi ampi e prospettici che consentano di meglio comprendere l’impatto della sepsi spontanea Crohn-relata sulla Sanità e di individuare le migliori scelte di trattamento per i diversi scenari clinici di manifestazione.
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